Nel corso del webinar, la Dottoressa Elisabetta Signoriello ha approfondito il tema della neuromielite ottica (NMO), una malattia rara di natura autoimmune che colpisce il sistema nervoso centrale, in particolare il nervo ottico e il midollo spinale.
Dopo una panoramica introduttiva sulla struttura del sistema nervoso e sul ruolo della mielina nella trasmissione dei segnali nervosi, la relatrice ha illustrato come, nella NMO, il sistema immunitario produca anticorpi diretti contro l’acquaporina-4, una proteina localizzata sugli astrociti, determinando un processo infiammatorio e demielinizzante.
Sono stati descritti i principali sintomi clinici, tra cui perdita visiva acuta, debolezza e disturbi della sensibilità agli arti, oltre a manifestazioni meno frequenti come nausea, vomito e singhiozzo persistente. La Dott.ssa Signoriello ha evidenziato le differenze tra neuromielite ottica e sclerosi multipla, sottolineando come nella NMO la disabilità derivi unicamente dagli attacchi acuti, senza una progressione indipendente nel tempo.
Ampio spazio è stato dedicato ai progressi diagnostici, resi possibili da test sierologici più sensibili per la rilevazione degli anticorpi anti-acquaporina, e alle innovazioni terapeutiche degli ultimi anni. Oltre ai trattamenti immunosoppressori tradizionali, oggi sono disponibili terapie mirate come *eculizumab, satralizumab* e *inebilizumab*, capaci di ridurre in modo significativo il rischio di ricadute e di prevenire la disabilità.
La sclerosi multipla (SM) è una malattia neurologica cronica che colpisce il sistema nervoso centrale, con un impatto devastante sulla qualità della vita dei pazienti. Negli ultimi anni, sono emerse diverse strategie terapeutiche per trattare la SM, con l'obiettivo di rallentare la progressione della malattia e migliorare il benessere dei pazienti. Due approcci principali che si stanno affermando sono l'escalating therapy e l'inducting therapy, ognuno con i propri vantaggi e limitazioni.
L'escalating therapy prevede l'uso di farmaci sempre più potenti in base alla risposta del paziente, partendo da trattamenti meno invasivi e passando a terapie più aggressive se la malattia non è controllata. Questo approccio ha il vantaggio di minimizzare gli effetti collaterali iniziali, ma potrebbe non essere abbastanza rapido per i pazienti con una progressione più rapida della malattia.
D'altra parte, l'inducting therapy si concentra su trattamenti più intensivi sin dall'inizio, con l'obiettivo di ottenere una remissione rapida e duratura della malattia. Questo approccio, sebbene più aggressivo, può ridurre significativamente il rischio di progressione, soprattutto in pazienti con forme di SM più severe.
Infine, la scelta tra queste due strategie dipende da vari fattori, tra cui il tipo di sclerosi multipla, l'età del paziente e la risposta ai farmaci precedenti. È fondamentale che il trattamento venga personalizzato in base alle esigenze specifiche del paziente, e ciò può essere discusso più dettagliatamente con il medico curante.
Ogni giorno si compiono progressi significativi nella ricerca, portando nuove speranze per i pazienti affetti da questa malattia debilitante.